Civezza, il paese in cui sono nato
Pubblicato il 13 Luglio 2018
Foto orizzontali di Civezza
Civezza in primavera!
Questo foto reportage è dedicato al mio paese natio: Civezza! Eh si, proprio così la mia venuta al mondo è avvenuta quasi cinquanta
anni fa in via Dante n° 9, "u cantun". Tralasciando quali siano le vere origini del borgo, per noi Civezzini, çivessenghi in dialetto ligure, il paese venne fondato da tre esuli veneziani,
un Ricca, un Dolca (o Dolce) e un Arrigo i quali edificarono le prime costruzioni nei pressi dell’oratorio campestre di San Salvatore durante il XII o il XIII nominando questo borgo “Cives
Etiam". Con lo scorrere degli anni sorsero altre tre piccole borgate nelle adiacenze delle cappelle di San Rocco, San Sebastiano e la cappella della Madonna delle Grazie anche se molto presumibilmente
quest’ultima borgata venne edificata intorno alla cappella di San Mauro le cui tracce si perdono alla fine del 1500. Le continue incursioni saracene spinsero gli abitanti a riedificare la nuova
Civezza sulla sovrastante collina munendo l’abitato di cinque torri, alcune delle quali ancora ben visibili in tutto il loro splendore e a costruire la chiesa parrocchiale intitolata a San Marco
con l'annesso oratorio di San Giovanni Battista. Quanto ho sommariamente descritto, è la storia di Civezza che i nostri nonni ci hanno raccontato e la storia che noi tramanderemo ai nostri posteri ma,
se volete avere notizie molto più dettagliate, vi invito a leggere il seguente libro: “Civezza la sua storia”- di Luciano L. Calzamiglia e Giampiero Laiolo. Per me Civezza è
un raccoglitore di ricordi. Ho trascorso tutta la mia infanzia giocando tra i carruggi, costruendo capanne ovunque. Per alcuni anni ho vissuto a Oneglia ma fortunatamente ho trovato sempre ospitalità
da mia nonna Serafina (Fina) in via Manzoni 14, finché lei ha avuto la forza di accudirmi e in seguito ospite dei mie due cari zii, Francesco (Cecco) e Francesca (Lina) nell’appartamento in via
Imperia 4 della casa chiamata “cà de Battitollu”. Con i miei amici quanti chilometri abbiamo percorso a bordo delle nostre bici da cross e quante sono state le cadute... per non parlare degli
interventi di riparazione che prontamente lo zio Cecco ci forniva nella sua cantina, dove lui realizzava le sue sculture lignee. Non dimenticherò mai quando tardavo a rientrare e, non appena mi avvicinavo
a casa, udivo il mio nome scandito dalla potente voce dello zio ... "DANILOO!", segno che la giusta punizione era in arrivo! A mano a mano che sono cresciuto ho abbandonato la bici per passare al motorino e poi
alla moto ma il timore di udire il monito dello zio era sempre presente almeno fino al momento in cui sono tornato con la mia famiglia ad abitare al paesello! Via Machiavelli 18, via Dante 2 e infine via Manzoni
20 sono state le abitazioni dove ho trascorso i mie anni da civezzino residente, quest’ultima è l’attuale casa dove abita il mio “vecchio”, mio padre Antonio. Tanti sono i ricordi
dei momenti belli e pesanti sono quelli dei momenti tristi che porterò sempre con me … Ogni volta che torno in questo splendido paese, percorro le sue strade, ascolto i suoi suoni, respiro i suoi
aromi, mi sembra di sentire la voce di mia mamma (Gemma) che chiama me e mio fratello Genio per i carruggi e per un attimo riesco a rivivere quei giorni ... in ogni suo centimetro si cela un ricordo qualcuno di
questi ho provato a catturarlo nelle mie foto, buona visione!
Via Manzoni