La Gola delle Fascette e la Giassera di Upega
Pubblicato il 26 Marzo 2019
Questa volta sono andato a fotografare la Gola delle Fascette, uno spettacolare canyon scavato nelle rocce carsiche dalle acque del torrente Negrone e del rio Nivorina ricco di grotte, meta di numerosi speleologi. Per raggiungere questo spettacolare luogo ho percorso la strada che da Ponti di Nava, passando per Viozene, conduce ad Upega. Il primo tratto segue il corso del fiume Tanaro fino ad arrivare alla confluenza dei due corsi d’acqua Tanarello e Negrone insieme danno origine appunto al fiume Tanaro dopodiché inizia la salita fino ad arrivare a Viozene. Poche centinaia di metri prima di raggiungere l’abitato mi sono fermato a scattare un paio di foto alla piccola cascata del Rio Bianco e alle porte del borgo ho immortalato l’imponente gruppo montuoso del Mongioie che domina la valle. Al bivio della borgata Mussi ho effettuato un’altra piccola tappa per fotografare la Sorgente Dopo un chilometro e mezzo incontro un altro corso d’acqua che ovviamente ho voluto fotografare. Si tratta della rio della Valle delle Fuse, chiamato comunemente le Vene del Tanaro, corso d’acqua molto frequentato dagli appassionati di canyoning. Non essendo attrezzato ho potuto scattare solo alcune foto nei pressi della strada, ma ho intenzione di tornarci per raggiungere una cascata, situata più a monte, che ho intravisto! Ripresa la marcia ecco che lo scenario cambia drasticamente: la strada inizia a mostrare la sua bellezza con il suo tracciato scavato nella roccia sormontata da imponenti massicci granitici. Molti tratti sono stati coperti artificialmente per riparare la carreggiata dai numerosi distacchi di parti rocciose dalle pareti, c’è anche una bella galleria scavata nella roccia sotto la quale vi è una nicchia contenente una statua della Vergine Maria, ma da alcuni anni chiusa e sostituita con un’altra galleria di recente costruzione. Ancora poca strada ed eccomi arrivato alla Gola delle Fascette, parcheggio e mi incammino per imboccare il ripido e scivoloso sentiero che, come indicato sulla targa posta sulla provinciale, presenta una difficoltà di livello EE Con molta cautela lo percorro fino ad arrivare in fondo alla gola dove un piccolo ponte di legno mi permette di attraversarla. Le marmitte del Negrone sono quasi asciutte e, complice il freddo, il grande antro della Chiocciola o, Arma Ciosa, è contornato da stalattiti e stalagmiti d’acqua gelata! Da sopra il pontino, anche se con un freddo “becco” mi posiziono per fotografare le pareti dell’abisso e in particolare la Giassera di Upega,una parte de ghiaccio frequentata da molti alpinisti che la utilizzano come palestra. Purtroppo a causa delle rare piogge di quest’anno la Giassera è davvero ridottissima ma per me lo spettacolo che ho davanti è davvero splendido. Particolare anche il vecchio sentiero scavato nella parete destra della gola, sentiero che fino ai primi anni cinquanta era la via d’accesso per raggiungere Upega. Alcuni tratti di questo sentiero sono ferrati e di conseguenza percorribili solo con le specifiche dotazioni alpinistiche. Ripreso l’auto ho fatto una tappa ad Upega dalla chiesetta della Madonna della Neve ed infine sono tornato indietro verso casa facendo una piccola deviazione per andare a mangiare un paio di panini nell’area di ristoro situata lungo il Vallone del Carnino, dove, visto lo spettacolare gioco di luci ed ombre che mi si è presentato, non ho esitato a fare qualche altra foto lungo il torrente!